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I tuoi clienti? Si informano su testate che dieci anni fa non esistevano

Che il mondo dei media sia cambiato radicalmente negli ultimi 20 anni è cosa nota. Internet ha sconvolto le dinamiche di decine di industrie, e quella dell’informazione è stata una delle più colpite. E mentre altri settori, come quello della musica, hanno ritrovato la via della profittabilità – nel caso specifico attraverso lo streaming (seppur con molte contraddizioni) e il ritorno del vinile – quello dell’informazione si dibatte ancor alla ricerca di un modello sostenibile: quello dell’abbonamento e dei paywall sta funzionando per alcuni, come il New York Times e nel nostro paese Il Post, ma non è scontato sia efficace per tutti. 

Nel frattempo, il panorama dell’informazione online continua ad evolvere, e nuovi protagonisti si affacciano sulla scena. Per chi lavora con i media, è difficile non restare attaccato all’idea che le testate “storiche” siano ancora i principali interlocutori (e in parte è così), ma la verità è che nel frattempo altri attori si sono conquistati un pubblico rilevante, soprattutto in specifiche nicchie. Scorrendo l’ultima classifica Comscore sulla total digital audience, si trovano brand che dieci anni fa non esistevano, ma che sono ormai riusciti ad attrarre i click e l’interesse di un’ampia fetta di persone. Tre in particolare saltano all’occhio.

  • The Wom. Se pensiamo ai magazine femminili, possono venirci in mente almeno una decina di brand – italiani e internazionali – che tradizionalmente hanno dominato il segmento. Ma ben prima di questi, nella classifica Comscore troviamo The Wom: progetto editoriale lanciato nemmeno un anno fa da Mondadori Media, e che già vanta numeri da urlo, come gli oltre 450mila follower sul principale profilo Instagram. Con un target ben definito, un approccio social-first e una squadra di 50 creator, The Wom è diventato in pochissimo tempo un punto di riferimento per le nuove generazioni di donne. 
  • Money. Non esattamente una novità, essendo nato a inizio anni ‘10, ma di certo sorprende vederlo sopra altre testate finanziarie con un pedigree ben più importante. Eppure, Money vanta oggi milioni di lettori ogni mese, pur avendo un seguito social più limitato rispetto ad altri. Ma grazie alla forte attenzione alla SEO, a una copertura capillare dei principali temi economici, e al fatto di aver seguito da subito i trend degli ultimi anni (dalle fintech alle criptovalute), oggi Money compete a tutti gli effetti con le principali testate del mondo economico e finanziario.  
  • Ohga. Dal 2018 è il nuovo magazine di Ciaopeople (editore tra gli altri di Fanpage) dedicato alla sostenibilità e al benessere. Anche in questo caso troviamo un forte orientamento ai social e una precisa idea della propria audience: persone attente all’ambiente e al proprio equilibrio psico-fisico, che vogliono condurre uno stile di vita sostenibile a 360 gradi. Nei contenuti troviamo – tra gli altri – articoli su specifici problemi di salute, ricette e consigli, ma anche approfondimenti su tematiche ambientali piuttosto complesse: un mix non banale, che si è rivelato vincente. 

Riusciranno nel tempo questi brand a costruire un’autorevolezza pari ad altri nomi più tradizionali? Si vedrà. Di certo, ormai rappresentano dei casi di successo che non è più possibile ignorare.